Questa parte del sito è una guida per il paziente con dolore che cerca la soluzione del suo problema e per i suoi familiari che vogliono aiutarlo a trovare quella soluzione.
Si ha dolore:
- quando su qualche parte del corpo viene applicato uno stimolo che può essere dannoso (dolore normale);
- quando una malattia provoca un danno in qualche parte del corpo (dolore normale);
- quando vi è un danno di quelle parti del sistema nervoso che servono a far sentire il dolore (dolore anormale)
Quindi, dobbiamo distinguere:
il dolore normale
il dolore anormale
Se in qualche parte nel corpo c’è uno stimolo che può danneggiarla, viene attivata la parte terminale delle fibre nervose che, costituita da sottili filamenti dispersi nei tessuti (per esempio della mano), raccoglie le informazioni e le porta al midollo spinale, evocando l’emozione dolore che induce ad allontanare lo stimolo.
L’allontanamento dello stimolo avviene sia automaticamente (in via riflessa), sia grazie all’apprendimento delle caratteristiche dello stimolo che consente di evitarlo volontariamente se ci accorgiamo della sua presenza. Quest’ultimo aspetto configura la funzione protettiva del dolore che si mette in atto grazie all’apprendimento delle caratteristiche degli stimoli: è in virtù di questo meccanismo che non leviamo la teglia dal forno a mani nude ed usiamo le molle per aggiustare la legna nel camino acceso.
Quello che così si produce è il dolore normale che indica la presenza di un danno e serve a proteggere l’individuo dai pericoli esterni e ad informarlo su un’anomalia del corpo per una malattia.
N.B.: Va osservato che il dolore normale, per quanto terribile, risponde agli analgesici ed alle terapie che fermano la trasmissione degli stimoli.
Sia pure meno frequente, accanto al dolore normale ne esiste un altro anormale che può essere:
Il dolore neuropatico è dovuto al danno dei nervi. Di volta in volta, il danno può interessare i nervi degli arti, del tronco o del capo, il midollo spinale o il cervello stesso.
Si noti che il danno non è nella sede dove il dolore è avvertito ma nel sistema nervoso e il dolore si presenta senza gli stimoli che normalmente lo provocano.
Va notato, altresì, che una volta che il dolore da danno dei nervi s’è instaurato, indipendentemente dalla guarigione dei nervi, può durare per sempre.
Ricordiamo che:
i nervi sono costituiti da una serie di fili (le fibre nervose) rivestita da una guaina;
le fibre nervose nascono dalla pelle, dai muscoli, dalle ossa eccetera dove raccolgono le informazioni e si dirigono al midollo spinale dove conducono le informazioni raccolte (come un filo elettrico conduce l’elettricità).
N.B.: Il danno dei nervi può consistere nell’interruzione delle fibre nervose, nella perdita della guaina di rivestimento (demielinizzazione) o nella sua crescita eccessiva (ipermielinizzazione).
Mentre il danno della guaina del nervo, salvo eccezioni quali la nevralgia del trigemino, provoca soltanto disturbi della sensibilità e del movimento senza dolore, l’interruzione delle fibre nervose è spesso causa del dolore neuropatico. Perché si produca questo dolore anormale è quindi sufficiente una ferita (per esempio in un braccio) che comporta, oltre il taglio della cute e dei muscoli o la frattura di un osso, anche il taglio di uno dei nervi di quella sede.
Ricordiamo che quando una fibra nervosa è interrotta, si ha una parte connessa alla periferia (per esempio la pelle della mano) ed una connessa al centro (per esempio il midollo spinale). Avvenuta l’interruzione, la parte della fibra connessa al midollo spinale si allunga in corrispondenza dell’interruzione, cercando di ricongiungersi con il tratto che s’è distaccato: la fibra nervosa che si allunga, trattenuta dai muscoli che ha intorno, si ripiega su se stessa formando una matassa (neuroma) dove ciascuna fibra nervosa è in grado di raccogliere le informazioni. Si noti che normalmente soltanto l’origine della fibra nervosa, per esempio dalla pelle della mano, può raccogliere informazioni mentre nel caso in cui s’è prodotto il neuroma le informazioni sono raccolte da una sede anormale (quella del neuroma). Gli stimoli raccolti in questa sede anormale raggiungono il midollo spinale e producono un dolore che è avvertito dove la fibra nervosa si distribuiva quando era intera (per esempio nella pelle della mano).
N.B.: Riconoscere che il dolore è neuropatico è della massima importanza perché i farmaci analgesici che possono controllare il dolore normale non controllano questo dolore anormale.
Alcune caratteristiche del dolore neuropatico sono:
1 - un dolore “strano” che può essere paragonabile ad una sensazione di bruciore intenso, di sensazione di stiramento della pelle, di piccoli spilli sotto la pelle, di formicolio-prurito intollerabile;
2 - la riduzione di sensibilità nella sede del dolore, vale a dire che il tatto, la puntura ed altri stimoli sono avvertiti meno intensamente del normale, fino alla situazione estrema nella quale non sono avvertiti affatto (anestesia). Per capire meglio questa situazione pensiamo ad un paziente con un dolore alla mano: se gli tocchiamo la mano, però, egli non avverte nessuna sensazione tattile e se gliela pungiamo non avverte nessuna sensazione di puntura;
3 - il dolore dovuto a stimoli che normalmente non provocano dolore. Nonostante la ridotta sensibilità, in qualche zona dell’area del dolore stimoli neutri come il leggero toccamento o lo sfioramento della pelle evocano più o meno intense sensazioni di dolore (a volte questi pazienti non tollerano il contatto con gli abiti o le lenzuola).
Il dolore cronico non è il dolore di lunga durata. Indipendentemente dalla durata, il dolore è cronico quando è sostenuto dalla modificazione dei circuiti nervosi centrali che facilita l’elaborazione degli stimoli in emozione dolore (apprendimento del dolore).
Nell’ambito del dolore di lunga durata (mesi o anni) dobbiamo quindi distinguere:
il dolore persistente che è un dolore normale dovuto al permanere della causa che lo sostiene e con essa degli stimoli normalmente dolorosi
il dolore cronico che è un dolore anormale, di difficilissimo controllo.