La Termorizotomia trigeminale percutanea a radiofrequenza
La termorizotomia trigeminale è l’interruzione ottenuta col calore (prodotto dalla corrente a radiofrequenza) di quella parte del nervo trigemino che è responsabile del dolore.
La termorizotomia trigeminale è indicata quando alla visita è emerso che il paziente è affetto da una nevralgia del trigemino non adeguatamente controllata dalla terapia farmacologica che non basta a dominare il dolore, non è tollerata (per effetti collaterali) o non è gestibile (per insufficiente compliance del paziente). In queste situazioni la procedura è indicata se non vi sono gli estremi per un intervento che elimini la causa della malattia o per la decompressione microvascolare (perché la risonanza magnetica nucleare non ha dimostrato il conflitto neruovascolare o l’operazione sarebbe troppo rischiosa o il paziente, informato dei pro e dei contro, la rifiuta).
S’inizia la procedura iniettando endovena un anestetico che provoca un’anestesia generale leggera della durata di pochi minuti, senza intubazione (il paziente respira da solo). Col malato anestetizzato, s’inserisce uno speciale ago-elettrodo nella radice del trigemino, guidandolo attraverso la guancia con l’aiuto di uno strumento radiologico che consente di seguirne la progressione. Raggiunta con l’ago-elettrodo la sede voluta, s’attende il risveglio del paziente e si invia attraverso l’ago-elettrodo una debole corrente elettrica che provoca una sensazione di formicolio non dolorosa sul viso. Tale formicolio dovrà essere nella sede dove il paziente ha il dolore. Per accertarsene, si chiede al paziente, risvegliato dall’anestesia, dove sente il formicolio: egli deve dare risposte molto semplici: “sento il formicolio al mento”, “alla guancia”, “al labbro superiore”, “al labbro inferiore”, “al naso” o “alla fronte”. Si tenga presente che egli deve dire dove sente il formicolio con le parole, non indicando la sede col dito, perché, per non inquinare il campo operatorio, egli non ha la possibilità di “toccare” quella sede col dito. A questo punto il paziente viene nuovamente addormentato per 3-4 minuti e durante quel tempo si completa la procedura inviando attraverso l’ago-elettrodo la corrente a radiofrequenza che determinerà l’interruzione delle fibre nervose trigeminali responsabili del dolore. Le fasi di anestesia generale (per eseguire modifiche di posizione dell’ago-elettrodo) e di risveglio (per valutare le risposte del paziente alle prove di stimolazione) possono ripetersi più volte, finchè si ha un soddisfacente posizionamento dell’ago-elettrodo prima di somministrare la corrente a radiofrequenza.
Non si sente alcun dolore perché tutte le fasi dolorose sono eseguite mentre il paziente è in anestesia generale.
La durata dell’intervento è condizionata dall’attesa del completo recupero di coscienza del paziente che dev’essere in grado di riferire dove sente il formicolio durante le prove di stimolazione. Poiché, come s’è detto, può essere necessario ripetere più volte questa fase della procedura, il tempo totale dell’intervento può variare da 30 a 120 minuti.
Al termine dell’intervento il paziente è sveglio, senza dolore, con una piccola medicazione sulla guancia dov’è entrato l’ago. Dopo 15-30 minuti egli viene portato a letto e dopo 1-2 ore può alzarsi, camminare, bere e mangiare. Il giorno dell’intervento e quello successivo gli sarà somministrata una terapia antibiotica. Il più delle volte non si ha alcun dolore postoperatorio, quindi non sono necessari analgesici. A volte può esservi una modesta cefalea che si estingue in poche ore ed è facilmente controllata dalla somministrazione di un blando analgesico (indometacina). A volte può esservi un fastidio nella guancia se si è formato un piccolo ematoma nello spessore dei muscoli attraversati dall’ago: in questo caso si applica sulla guancia una borsa di ghiaccio per alcune ore. Normalmente, il paziente viene dimesso il giorno stesso o quello successivo all’intervento.
Il risultato della termorizotomia si mantiene per qualche anno. A 5 anni dall’intervento metà dei pazienti sono ancora senza dolore e l’altra metà ha avuto un ritorno del dolore che può essere di intensità inferiore a quello iniziale o di intensità approssimativamente pari a quella inziale. In presenza di recidiva, quindi, si dovrà decidere di volta in volta se proseguire con la terapia farmacologica o ripetere la termorizotomia. In ogni caso, si tenga presente che la termorizotomia può essere ripetuta tutte le volte che sarà necessario senza rischi aggiuntivi a condizione che la recidiva si accompagni a recupero della sensibilità facciale.
Come ogni intervento chirurgico, anche se correttamente eseguita, la Termorizotomia trigeminale può essere responsabile di complicanze. Queste consistono in:
possibili disturbi sensitivi da denervazione. Si è già detto che dopo l’intervento il paziente deve avvertire una sensazione di intorpidimento e di ridotta sensibilità sulla parte del viso dove prima aveva il dolore: questo è un effetto voluto, previsto e necessario per avere il controllo del dolore. Oltre ad avere la voluta riduzione di sensibilità, può accadere che il paziente presenti disturbi sensitivi da denervazione (formicolio, sensazione di punture o di spilli sotto la pelle, sensazione di stiramento e bruciori sul viso): questi effetti indesiderati, se presenti, possono essere più o meno gravi. Essi si presentano soprattutto quando, per evitare la recidiva del dolore, è stata eseguita una lesione molto profonda. Tali disturbi sono generalmente assenti o se si presentano sono lievi e facilmente controllabili con appropriati trattamenti farmacologici (amitriptilina) se si è eseguita una lesione che comporti una modesta riduzione della sensibilità. L’aver ottenuto soltanto una modesta riduzione della sensibilità sulla zona del viso dov’era presente il dolore comporta la possibilità di recidive del dolore ma minimizza o abolisce del tutto il rischio della comparsa dei disturbi da denervazione;
diplopia, vale a dire la visione sdoppiata. Questa complicanza si presenta nell1-2% dei casi specialmente quando si deve trattare una nevralgia della 1°branca trigeminale. Essa è dovuta a lesione accidentale del nervo abducente e, per quanto fastidiosa, è relativamente poco grave in quando destinata a persistere per qualche settimana e a risolversi spontaneamente;
indebolimento o abolizione del riflesso corneale. Se si ha riduzione della sensibilità nel territorio della I branca trigeminale, è inevitabile l’indebolimento o l’abolizione del riflesso corneale: in questo caso, nei primi mesi il paziente deve proteggere l’occhio con un collirio a base di lacrime artificiali applicandolo più volte al giorno e portare gli occhiali quando esce di casa specie in presenza di vento. La complicanza non richiede altri trattamenti;
sensazione di pienezza nell’orecchio dal lato dell’intervento;
emorragia intracranica. Questa è la complicanza più grave ma è rarissima e può presentarsi soltanto se il paziente ha gravi disturbi della coagulazione (per escluderli si eseguono gli esami di pre-operatori). Si tenga presente che questa complicanza ha comportato esito letale in soli 2-3 casi segnalati nella letteratura specialistica riferita a svariate decine di migliaia di interventi.
La Termorizotomia elimina il dolore da nevralgia del trigemino nei casi dove la terapia farmacologica (Carbamazepina e simili) non è sufficiente a controllare il dolore o non è tollerata perché provoca sonnolenza, mal di stomaco, disturbi della deambulazione, problemi dermatologici o danno delle cellule del sangue.
Le alternative alla Termorizotomia trigeminale sono la prosecuzione della terapia farmacologica (se è efficace e tollerata) o l’esecuzione di altri interventi.
Mancato controllo del dolore, nonostante l’assunzione dei farmaci.